Dante rivoluzionario borghese. Per una lettura storica della Commedia

€ 25,00
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    Disponibile
  • ISBN:
    9788899565008 8899565007
  • Autore
  • Casa editrice
    PM
  • Pagine
    368
  • Data di pubblicazione
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In questo libro l'Autore si oppone alla visione tradizionale di un Dante che sarebbe caduto - chissà perché, proprio alla fine dell'apocalittico 1300 (mentre le strade di Firenze si insanguinavano per l'inizio della guerra civile, che proprio lui, ministro del governo in quel momento, cercherà invano di spegnere) - nella selva del peccato, e in particolare della lussuria (o dell'invidia), della superbia e della cupidigia. E che per scontare i suoi peccati decide di mettere l'universo intero in Inferno, Purgatorio e Paradiso. L'Autore legge invece la Commedia come l'espressione e la principale testimonianza letteraria di un triplice evento epocale, di importanza fondamentale per l'evoluzione socio-politica e culturale del mondo occidentale: (1) in primo luogo, il successo iniziale, in quella Firenze che era la più rivoluzionaria delle città europee del Medio Evo con tutti i suoi immensi riflessi culturali e ideologici; (2) in secondo luogo, la crisi mortale della borghesia rivoluzionaria, negli anni a cavallo del XIII e XIV secolo, causata dalla schiacciante forza della Chiesa di quei tempi - e quindi, indirettamente, del feudalesimo - in Italia; crisi che porterà ben presto al trionfo delle Signorie e dei Principati, e con essi a quella nuova Italia "umanistica", così innovativa nella cultura e nell'arte, ma così poco nuova ed "umana", ed anzi apertamente reazionaria, nella politica; e (3) in terzo luogo, l'inizio di una visione positiva, "borghese", dell'uomo e del mondo, l'emergere delle prime 'eresie' e dei movimenti riformistici della Chiesa, la risposta della Chiesa non solo in chiave repressiva, ma anche con la fine del primato del monachesimo e dell'ideologia del 'disprezzo del mondo', e l'istituzione innovatrice dei due ordini mendicanti predicatori, i francescani e i domenicani.

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