Il libro nero del comunismo

€ 17,00
  • Disponibilità:
    Disponibile
  • ISBN:
    9788804473305 8804473304
  • Autore
  • Casa editrice
    Mondadori
  • Pagine
    780
  • Data di pubblicazione
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Un libro che esce in traduzione dopo che la versione originale è stata accompagnata da polemiche continue e accese rischia di appiattirsi su quelle polemiche. "Il libro nero del comunismo "è stato molto dibattuto ma poco letto. E ciò, probabilmente, ha permesso quel successo di pubblico che Mondadori spera di ripetere, grazie anche al prezzo politico con cui lo lancia sul mercato italiano. La discussione, in effetti, si è concentrata sul titolo del libro, sulla fascetta che ne ha accompagnato la distribuzione, sull'introduzione del curatore dell'opera, Stéphane Courtois. Il fuoco della polemica è stato costituito dal "numero" delle vittime del comunismo e dal confronto di queste con quelle del nazismo, per riproporre una comparazione tra i due grandi totalitarismi di questo secolo. Nei saggi che compongono il volume, in effetti, si parla molto di numeri. Essendo dedicati alla ricostruzione dei "crimini, terrore e repressione" che hanno accompagnato la storia dei partiti comunisti, come recita il sottotitolo, è evidente che il tema della quantità delle vittime non poteva che essere al centro della riflessione. Nei saggi, tuttavia, questo problema è parte di una più ampia analisi dei meccanismi istituzionali e ideologici su cui il potere comunista ha fondato la propria politica repressiva. I contributi dell'opera sono fortemente diseguali, sia come spazio e complessità storiografica che come coerenza interpretativa e ricchezza documentaria. Il più importante, tra tutti, e anche il più bello, è quello di Nicolas Werth sull'Unione Sovietica. Al cui fianco porrei, per la profondità dei giudizi e l'uso articolato delle fonti, quello sulla Polonia di Andrzej Paczkowski. Di grande novità e spessore è anche il saggio di Jean-Louis Margolin sul comunismo asiatico, anche se l'ottica "repressiva" è qui probabilmente troppo unilaterale e non sempre capace di collegarsi a un disegno storico più complessivo della storia del comunismo in quei paesi.

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