I confini di un paese

€ 29,00
  • Disponibilità:
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  • ISBN:
    9788890999475 8890999470
  • Autore
  • Casa editrice
    Mediterra
  • Pagine
    148
  • Data di pubblicazione

Il valore dei confini del mondo varia sovente, procede a ondate e in funzione delle strategie di politica internazionale espresse dai più forti o dei rancori maturati tra un Paese e un altro. La stessa Francia può permettersi di dichiarare al mondo come proprie anche cose che ci appartengono, in forza di tutti i Trattati sottoscritti e condivisi. E' il caso fondamentale del Monte Bianco. E' bene ricordare come fino a 70 anni fa l'Europa fosse ricchissima di confini, fatto che non ha impedito ai nostri nonni e bisnonni di vivere e prosperare; per non parlare del Rinascimento, periodo in cui i confini erano ancora di più, così come la prosperità. Un confine deve essere superato soltanto quando limita la libertà di circolazione delle persone di buona volontà. Ma con tutte le lingue che sono state scientemente create agli albori della civiltà, i popoli hanno sentito la necessità di distinguersi e di tracciare divisioni, dapprima identitarie e successivamente culturali e storiche. Nel dopo Schengen i confini ci appaiono assottigliati e ridotti di una parte consistente del loro peso, quello che, finché consistente, impediva ai potentati del mondo di semplificare le proprie attività impositorie, costringendoli di volta in volta a dover trattare con numerosi assegnatari. Oggi, le strategie delle grandi multinazionali vengono concertate in nome e per conto di tutto il pianeta, "contrattualizzate" al livello dei sovragoverni, comunicate agli Stati nazionali e spesso non riferite ai cittadini, unici destinatari. Ma i confini hanno una vita propria ed in casi sempre meno isolati i governi sono pronti a riaffermarli, avvertendo il bisogno di tornare ad avvicinare le decisioni alla periferia. Inoltre, mantengono una rilevanza sul piano del prestigio e dell'appeal di un brand nazionale, a beneficio vuoi del turismo tradizionale, vuoi di quello più recente della percezione, il cui fine non è visitare ma sperimentare una soglia, un simbolo residente nel nostro immaginario

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